Amputazioni, spaccio di droga, e altre violenze all’intelligenza collettiva dei nostri Digital Body

Partendo dal concetto di “intelligenza collettiva” in natura, in questo capitolo si riflette sull’eventuale futura possibilità per gli Infomediari di connettere e collegare tra loro Corpi Digitali differenti – i nostri – per aumentare la quantità di dati appetibili per aziende a scopo di profitto. Si analizza inoltre la manipolazione degli algoritmi che regolano la vita dei nostri Corpi Digitali, da parte dei gestori di Social Network, al fine di aumentare i loro profitti.

Michael Brooks, sulla prestigiosa rivista inglese “New Scientist”[1], ci ricorda come i pesci possano contare su una vera e propria “intelligenza collettiva”: ogni pesce reagisce al comportamento del proprio vicino, e il branco può cambiare direzione e velocità fino a quindici volte più rapidamente di quanto possa fare un singolo pesce. Il fatto che una massa di “sensori” sia in grado di esibire comportamenti “emergenti”, cioè non spiegabili in base alle leggi che governano il comportamento del singolo, è ormai una certezza talmente consolidata da permettere l’applicazione di nuove leggi ai più svariati settori: nella robotica, ad esempio, potrebbe semplificare il compito di programmare una serie di sensori mobili, perché ognuno di essi potrebbe avere capacità relativamente essenziali, ma tutti assieme potrebbero svolgere compiti assai complessi…

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